Le pallottole sono per i deboli

Hanno sparato a della gente che rideva.
E che faceva ridere gli altri.
La storia la sapete.
Erano francesi.

È stato fatto notare – ed in effetti è curioso – come i fatti di Parigi abbiano causato tanto scalpore e suscitato tanta indignazione, tanta passione in Italia, un paese nel quale, dopotutto, la satira non è che goda di tutta questa salute.
E se pensate che in questo momento in Italia si faccia satira, allora non vi ricordate, per dire, Il MALE.

Anno III -n_40-2

Qui da noi la satira viene censurata – sono artisti, politici, giornalisti, a sollevarsi e a chiedere che il giullare venga trascinato via dal palco.
E qualcuno ha saggiamente osservato

Beh, ok, però mica gli sparano.

Davvero?

La mia tesi è diversa – censurare un artista equivale a ucciderlo.
Non solo moralmente – e sarebbe già grave – ma anche nella pratica.
Nel momento in cui io mi guadagno da vivere facendo il giullare, se mi impedisci di sfottere i potenti, di irridere i malcostumi, di chiamare ladri i ladri e cialtroni i cialtroni, nel momento in cui mi trascini a forza giù dal palco, mi privi degli strumenti coi quali mi guadagno da vivere.
Se vivo di ciò che comunico, e mi impedisci di comunicare, mi impedisci di vivere.
Materialmente, mi impedisci di guadagnarmi la pagnotta.
E certo, morire di fame è più lento che non beccarsi una pallottola – ma la morte è morte, alla fine.

Vedete?
È una questione molto più terra-terra della Libertà di Espressione o della Libertà e basta – concetti troppo complicati, ormai, per gran parte del pubblico.
No, è proprio solo questione di sopravvivere.

E, dall’altra parte, dell’ebbrezza sottile dell’esercizio del potere.,
Perché alla fine, a cosa serve avere un potere, se non puoi usarlo per influenzare le esistenze degli altri?
Ed esiste forse una forma di influenza sulla vita altrui più assoluta, totale e radicale dell’accopparlo, e farla franca?

ak47_1Le armi da fuoco, le pallottole, le bombe, sono di chi il potere, quello vero, non ce l’ha.
Sono uno strumento per esercitare di prepotenza, e in maniera sbrigativa, un potere che di fatto non si possiede.

Il nostro è un paese che la fase dei kalashnikov l’ha superata da tempo – la censura, il silenzio, la cold shoulder strategy, la damnatio memoriae sono molto più efficaci, molto più eleganti e silenziosi.
Perché armare la mano di due imbecilli e puntarli nella direzione della vittima, con tutti i rischi del caso1, quando mi basta far circolare la voce che di una certa persona non bisogna più parlare?
Se è sufficiente invocare la lesa maestà, la dignità ferita, la scorrettezza politica, per cancellare l’esistenza di una persona, perché ricorrere ad armi più goffe ed erratiche?
Se basta far circolare la voce nel giro, per uccidere senza che nessuno si sporchi le mani, perché usare le pallottole?

Perciò no, non ci sparano.
Ma ci ammazzano uguale.


  1. … perché come diceva Michael Westen, guns make you stupid 

2 pensieri su “Le pallottole sono per i deboli

  1. Infatti, nel nostro meraviglioso paese, imperano due strategie di base oltre a quelle che hai descritto; la prima è quella della querela, ovvero il tizio che viene in qualche modo danneggiato dall’esercizio della satira pianta una causa con richieste milionarie di danni, spesso coinvolgendo la casa editrice del giornale / periodico. Nel 99% dei casi la causa decade o viene dichiarata nulla, ma nel frattempo la spada di Damocle dei procedimenti grava sui malcapitati (vedi alla voce Report – RAI3, tanto per non fare nomi). La seconda è più subdola e decisamente più efficace, il potente di turno spiega con dovizia di particolari all’editore come la raccolta pubblicitaria delle sue testate (tutte, non solo quella incriminata) stia per subire un deciso calo. È il comportamento, documentato da diversi procedimenti passati in giudicato, usato da personaggi chiave del mondo politico nazionale negli ultimi vent’anni. In entrambi i casi al malcapitato disegnatore, giornalista, giullare od opinionista vengono posti degli aut-aut piuttosto lineari, del tipo “o la smetti o te ne vai”. Ulteriore considerazione, da fare come preventiva, la concentrazione dei mezzi di informazione in poche o pochissime mani, facilita molto tutti i comportamenti di censura. Guarda un po’, in Francia questo non accade. Ora che ci penso, non accade nei paesi che ci precedono nelle classifiche internazionali sulla libertà di stampa (nelle quali siamo oltre l’80esima posizione).

    • Sì,la querela milionaria è l’arma ideale contro i freelancer.
      Proprio ieri, d’altra parte, leggevo unafrase attribuita a seconda dei casi a Hearst, o a Pulitzer: “Le notizie sono quelle che loro non vogliono che voi pubblichiate, tutto il resto è pubblicità”.
      Ed in effetti risultiamo indietro in quella classifica proprio per via della concentrazione dell’editoria in pochissime mani.

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